Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31461 del 2 agosto 2007

ECLI:IT:CASS:2007:31461PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, in concorso con il privato, accetta denaro o altra utilità per compiere o omettere atti del proprio ufficio, commette il reato di corruzione. Tale condotta è punibile anche quando il privato, consapevole della destinazione illecita del denaro, lo consegna al pubblico ufficiale al fine di evitare l'iscrizione a ruolo di un debito fiscale o ottenere l'annullamento di un provvedimento di iscrizione a ruolo. In tali casi, il privato concorre nel reato di corruzione attiva, essendo pienamente consapevole della finalità illecita del pagamento e accettando il rischio della falsificazione di atti pubblici necessaria per il raggiungimento dello scopo. L'elemento psicologico del reato di falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in concorso con il privato è integrato dalla consapevolezza di quest'ultimo di partecipare alla formazione di un atto falso, anche quando l'atto falsificato sia un documento interno della pubblica amministrazione non accessibile ai terzi. Pertanto, la qualifica professionale del privato e le modalità della condotta illecita possono costituire indici sufficienti per ritenere provata la sua consapevolezza e volontà di concorrere nel reato di falso. L'aumento di pena per il vincolo della continuazione tra più reati è congruo e adeguatamente motivato quando la gravità complessiva della condotta illecita lo giustifichi, anche in assenza di una specifica motivazione sull'entità dell'aumento. Infine, l'attenuante della riparazione del danno non è applicabile quando il privato, pur avendo pagato l'intero debito fiscale, lo abbia fatto in modo alternativo alle ordinarie modalità di adempimento, attraverso il compimento di condotte illecite.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto il 10.6.2005 da:

avv. Scopesi Giovanni, difensore di PA. Si. , nato a (OMESSO), ed il 30.7.2005 nell'interesse di VI. Sa. , nato a (OMESSO); ed il 20.9.2005 dagli avv. Travaglino Giovanni ed Pischedda Ennio, difensori di GA. Fr. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Genova del 26.2.2004.

Letti i ricorsi e la sentenza impugnata.

Sentita la relazione del Consigliere Dr. Paolo Antonio BR…

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