Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 21515 del 22 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:21515PEN

Massima

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La mera denuncia orale di un furto alla polizia giudiziaria, in assenza di una chiara e inequivoca manifestazione di volontà della persona offesa di perseguire penalmente il responsabile, non integra la condizione di procedibilità a querela richiesta dalla legge per tale reato. Pertanto, in tali casi, l'azione penale è improcedibile per mancanza di querela, non potendosi desumere tale volontà in modo meramente congetturale dalla semplice denuncia dei fatti. Il giudice, quando insorge la questione, deve dare conto in modo specifico degli elementi ritenuti significativi ai fini della valutazione della volontà della parte offesa, non potendo tale valutazione fondarsi su mere deduzioni arbitrarie o presunzioni. La distinzione tra reati perseguibili d'ufficio e reati perseguibili a querela di parte non può essere eliminata attraverso interpretazioni estensive o analogiche, dovendo essere rispettata la chiara volontà del legislatore in tal senso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMPANATO Graziana - Presidente

Dott. ROMIS Vincenzo - Consigliere

Dott. FOTI Giacomo - Consigliere

Dott. MAISANO Giulio - Consigliere

Dott. BLAIOTTA Rocco Marco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

LA. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 29/04/2008 CORTE APPELLO Lecce SEZ. DIST. di TARANTO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. FOTI GIACOMO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. Gialanella, che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata.

OSSERVA

-1- La. Gi. ricorre avverso …

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