Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 43999 del 14 dicembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:43999PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, è tenuto a verificare la correttezza della motivazione del provvedimento impugnato, senza poter sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito, purché quest'ultima risulti adeguatamente giustificata e immune da errori logico-giuridici. La nozione di "gravi indizi di colpevolezza" ai fini dell'emissione di una misura cautelare non coincide con quella di "indizi" richiesta per il giudizio finale di colpevolezza, essendo sufficiente qualunque elemento probatorio idoneo a fondare un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell'indagato. Il giudice di legittimità, pertanto, non può censurare la valutazione dei fatti e delle circostanze compiuta dal giudice di merito, se questa risulta logicamente e coerentemente motivata, anche quando proponga una diversa ricostruzione o interpretazione degli elementi di prova.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. GARRIBBA Tito - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

NA. Ma. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 16 giugno 2010 del Tribunale del riesame di Palermo che ha respinto la richiesta di riesame dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere, 28 maggio 2010 del G.I.P. del Tribunale di Palermo, per i reati dei capi sub 8) e 9) della provvisoria incolpazione in relazione ad accuse di estorsione aggravata anche ex Legge n. 203 del 1991, articolo 7;

Visti gli atti, il provvedimento impug…

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