Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29576 del 22 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:29576PEN

Massima

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Il reato di istigazione alla corruzione di cui all'art. 322, comma 2, c.p. sussiste quando l'offerta o la promessa di denaro o altra utilità rivesta il carattere della serietà e si mostri idonea a raggiungere lo scopo perseguito dall'agente, ossia a far vacillare l'onestà del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio e a spingerlo ad accettare l'indebita dazione. La valutazione sulla presenza di tali elementi deve essere condotta alla stregua di una prognosi postuma, considerando la consistenza e l'efficienza causale dell'offerta in relazione alle sue modalità di manifestazione, all'attendibilità dell'indebito offerente, alla concreta attività d'istituto svolta dal destinatario e alla possibilità di attuare l'oggetto della richiesta contra ius. Il reato di istigazione alla corruzione è un reato di pericolo, integrato dalla capacità dell'offerta di porre in concreto rischio il bene tutelato, ossia la correttezza e la regolarità degli uffici e dei servizi pubblici e dei loro operatori. Non è necessario compiere una indagine introspettiva sugli effetti prodotti dall'offerta sullo stato d'animo dell'istigando, essendo sufficiente che l'offerta sia seria e idonea a turbare psicologicamente il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio nel regolare svolgimento della sua attività istituzionale. Il diniego dell'attenuante di particolare tenuità del fatto di cui all'art. 323-bis c.p. rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e non è sindacabile in sede di legittimità, se adeguatamente motivato sulla base di elementi oggettivi come l'entità della somma offerta e la pericolosità sociale dell'imputato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. GARRIBA Tito - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

GI. Do. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza emessa in data 29/11/2010 dalla Corte di Appello di Roma;

letti gli atti, il ricorso e la sentenza impugnata;

udita in pubblica udienza la relazione del consigliere dott. Giacomo Paoloni;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. IACOVIELLO Francesco Mauro, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difen…

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