Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29907 del 23 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:29907PEN

Massima

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La resistenza o la minaccia adoperata nel medesimo contesto per opporsi a più pubblici ufficiali non configura un unico reato di resistenza ai sensi dell'articolo 337 c.p., ma tanti reati di resistenza - che possono essere uniti dal vincolo della continuazione - quanti sono i pubblici ufficiali in azione, giacché l'azione delittuosa si risolve in altrettante e distinte offese al libero espletamento dell'attività da parte di ogni pubblico ufficiale coinvolto. Il giudice ha il potere-dovere di compiere la più attenta valutazione del fatto nel suo complesso, individuandone tutti i collegamenti che possono riconoscersi tra azioni od omissioni oggetto di uno stesso procedimento, potendo rilevare anche d'ufficio la continuazione se i reati da unificare formano oggetto di un unico procedimento sin dall'origine. L'esistenza di una fonte confidenziale non è sufficiente a inferirne automaticamente il carattere arbitrario dell'intervento dei pubblici ufficiali, essendo necessario valutare la legittimità e la proporzionalità dell'azione in concreto. Il riconoscimento delle attenuanti generiche risponde ad una facoltà discrezionale del giudice, il cui esercizio - positivo o negativo che sia - deve essere motivato nei soli limiti atti a far emergere in misura sufficiente il pensiero dello stesso giudice circa l'adeguamento della pena concreta alla gravità effettiva del reato ed alla personalità del reo, senza necessità di un'analitica valutazione di tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. DI CASOLA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PA. Al.

avverso la sentenza della Corte d'appello di Catania, pronunciata in data 14.3.2 005;

letto il ricorso ed il provvedimento impugnato;

Udita la relazione fatta dal consigliere Dott. DI CASOLA Carlo;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per la rideterminazione della pena in mesi sei di reclusione, rigetto nel resto.

Osserva:

IN FATTO ED IN DIRI…

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