Cassazione penale Sez. V sentenza n. 15094 del 22 aprile 2002

ECLI:IT:CASS:2002:15094PEN

Massima

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La diffamazione a mezzo stampa, pur essendo tutelata dal diritto di cronaca, è punibile penalmente qualora manchi il requisito della verità oggettiva e della continenza espositiva. Il direttore del giornale, in quanto responsabile ai sensi dell'art. 57 c.p., è chiamato a rispondere del reato di diffamazione commesso attraverso le pagine del suo quotidiano, salvo che non dimostri di aver adottato tutte le cautele necessarie per impedirne la pubblicazione. La mancata concessione dell'esimente del diritto di cronaca, così come il diniego della riparazione pecuniaria ex art. 12 l. n. 47/1948, devono essere adeguatamente motivati dal giudice di merito, senza che ciò comporti una rivalutazione delle emergenze probatorie, riservata al giudice di legittimità. L'omessa eccezione, nel termine previsto, dei vizi relativi alla composizione del Tribunale determina la decadenza dal relativo diritto di impugnazione.

Sentenza completa

FATTO E DIRITTO
Il Tribunale di Bologna, con la sentenza in epigrafe, ha condannato gli imputati alle pene di giustizia (con le attenuanti generiche equivalenti e le statuizioni civili), perché colpevoli, il M. di diffamazione aggravata, a mezzo della stampa, in danno di G. G., e il L., direttore del giornale, di omesso controllo.
In particolare, il giudice del merito ha ritenuto che, il 6 dicembre 1994, M. B. pubblicava, sul quotidiano "Il Resto del Carlino", un articolo, nel quale veniva offesa la reputazione dell'ispettrice di Polizia G. G. attribuendole -contrariamente al vero- un'amicizia o una conoscenza qualificata nei confronti di S. R. "capo della cd. "Uno Bianca", ed insinuando che il "discusso" poliziotto era uno "007 deviato".
L'imputato M. B. denuncia:
a) la nullità della sentenza e di ogni atto presupposto, ex art. 178 lett.c) c.p.p., per omesso avviso dell'udienza al difensore di fiducia;

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