Cassazione penale Sez. II sentenza n. 51323 del 1 dicembre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:51323PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando la minaccia, anche se diretta a far valere un preteso diritto, assume una tale forza intimidatoria da andare al di là di ogni ragionevole intento di far valere tale diritto, coartando così la volontà della persona offesa e determinandone un ingiusto profitto a danno altrui. Ciò si verifica anche quando la pretesa creditoria fatta valere con minacce risulti palesemente infondata e pretestuosa, come nel caso di una quietanza liberatoria già rilasciata, in quanto l'abnormità e la sproporzionalità delle minacce rispetto all'intento economico perseguito integrano gli estremi dell'estorsione, a prescindere dalla tutelabilità della pretesa civilistica. La presunzione relativa di adeguatezza della custodia cautelare in carcere per i reati di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p. può essere superata solo in presenza di elementi concreti e attuali che dimostrino l'insussistenza delle esigenze cautelari, come il significativo distacco temporale dai fatti accompagnato da altri fattori soggettivi ed oggettivi, mentre non è sufficiente il mero decorso del tempo quando la condotta criminosa risulti prolungata e persistente nel tempo, così da rendere attuale e concreto il pericolo di reiterazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - rel. Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza in data 21 aprile 2016 del Tribunale di Reggio Calabria in funzione di giudice del riesame;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Alberto Pazzi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. CASELLA Giuseppina, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza in data 21 aprile 2016, a seguito di giudizi…

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