Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23689 del 8 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:23689PEN

Massima

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La testimonianza della persona offesa, al pari di tutte le testimonianze, deve essere sottoposta al generale controllo sulle capacità percettive e mnemoniche del dichiarante, nonché sulla corrispondenza al vero della sua rievocazione dei fatti, desunta dalla linearità logica della sua esposizione e dall'assenza di risultanze processuali incompatibili, caratterizzate da pari o prevalente spessore di credibilità. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità della persona offesa, deve effettuare un'esauriente analisi delle risultanze processuali, richiamando anche quelle condivise dalla sentenza di primo grado, senza che tale valutazione possa essere censurata in sede di legittimità, salvo l'esistenza di un vizio logico nell'apparato argomentativo. L'inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza dei motivi non consente l'instaurazione di un valido rapporto di impugnazione e impedisce di rilevare e dichiarare le cause di non punibilità, ivi compreso l'eventuale decorso del termine di prescrizione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) RU. GA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 31/03/2008 CORTE APPELLO SEZ. DIST. di TARANTO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. BEVERE ANTONIO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SALZANO Francesco, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito, per la parte civile, l'Avv. ((omissis)).

FA…

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