Cassazione penale Sez. I sentenza n. 46123 del 11 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:46123PEN

Massima

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Il reato di presentazione di false attestazioni nell'ambito della procedura di emersione del lavoro irregolare, di cui al Decreto Legge n. 78 del 2009, articolo 1-ter, comma 15, convertito dalla Legge n. 102 del 2009, è un reato di natura formale, che si perfeziona con la mera presentazione di dichiarazioni o attestazioni contraffatte, alterate o ideologicamente non veritiere, inerenti le situazioni di fatto che costituiscono il presupposto della procedura di regolarizzazione, a prescindere dall'esito della stessa e dalle ragioni che hanno determinato l'agente ad operare la dichiarazione o attestazione inveritiera. Il dolo richiesto è di natura generica e consiste nella consapevole e volontaria immutatio veri, essendo sufficiente il mero pericolo del pregiudizio che dalla condotta possa derivare alla fede pubblica, che è l'unico bene giuridico protetto dalla norma incriminatrice. Pertanto, il reato si consuma all'atto stesso della presentazione della documentazione non genuina o menzognera, a prescindere dalle successive vicende inerenti lo svolgimento della procedura amministrativa e dal fatto che essa si sia arrestata o dai motivi che hanno determinato tale esito. L'accertamento della responsabilità penale può fondarsi sulle convergenti dichiarazioni testimoniali degli interessati, che attestino l'assenza dei requisiti di legge e la predisposizione, da parte dell'imputato, di una fittizia documentazione, nell'inevitabile consapevolezza del suo carattere inveritiero.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesc - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/02/2017 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CENTOFANTI FRANCESCO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa ZACCO FRANCA, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza in epigrafe la Corte di appello di Milano confermava quella eme…

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