Il Comune è tenuto ad adottare l'ordine di demolizione di opere edilizie realizzate in assenza di titolo abilitativo in zone sottoposte a vincolo paesaggistico o sismico, in quanto l'art. 27 del D.P.R. n. 380/2001 attribuisce a tale Ente un generale potere di vigilanza e controllo sull'attività urbanistica ed edilizia, imponendo l'adozione di provvedimenti di demolizione al fine di ripristinare la legalità violata, a prescindere dalla natura pertinenziale o precaria delle opere e dalla loro assentibilità con mera D.I.A. Inoltre, la regolarizzazione urbanistica ai sensi dell'art. 37 del D.P.R. n. 380/2001 è subordinata al requisito della c.d. "doppia conformità", ovvero la conformità dell'opera sia agli strumenti urbanistici vigenti al momento della realizzazione, sia a quelli vigenti al momento della presentazione dell'istanza di sanatoria. Tale requisito non può ritenersi soddisfatto qualora l'opera abbia comportato un'alterazione dello stato dei luoghi in zona vincolata, in assenza della preventiva autorizzazione paesaggistica. Pertanto, il Comune è legittimato a dichiarare l'inammissibilità dell'istanza di regolarizzazione urbanistica, senza dover previamente attivare il contraddittorio procedimentale, atteso il carattere vincolato del provvedimento di diniego, salvo che il privato non dimostri che il contraddittorio avrebbe potuto condurre ad un esito diverso.