Cassazione penale Sez. II sentenza n. 48061 del 22 ottobre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:48061PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando il male prospettato dall'agente è rappresentato come certo e realizzabile ad opera sua o di altri, ponendo così la vittima nell'ineluttabile alternativa di subire il male minacciato o di far conseguire all'agente il profitto ingiusto richiesto. Ciò si distingue dalla fattispecie della truffa con prospettazione di pericolo immaginario, in cui il male viene ventilato come possibile ed eventuale, non proveniente direttamente o indirettamente dall'agente, in modo che la persona offesa non è coartata, ma si determina alla prestazione indebita perché tratta in errore dalla esposizione di un pericolo inesistente. Ai fini della qualificazione giuridica, è irrilevante che il male prospettato risulti ex post irrealizzabile, poiché ciò che rileva è l'effetto coercitivo esercitato sulla vittima nel momento in cui la minaccia è stata posta in essere, a prescindere dalla concreta possibilità dell'agente di attuarla. Inoltre, il diniego delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato facendo riferimento agli elementi ritenuti decisivi o comunque rilevanti, senza necessità di prendere in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti. Infine, il termine prescrizionale del reato di estorsione, pari a 12 anni e 6 mesi, non può essere maturato anteriormente all'aprile 2017 per condotte poste in essere sino al periodo ottobre-dicembre 2004.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PRESTIPINO Antonio - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA Vittorio - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/01/2017 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. STEFANO FILIPPINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. ROMANO GIULIO che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 26.1.2017 la Corte di appello di Torino, in parzial…

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