Cassazione penale Sez. II sentenza n. 17438 del 23 aprile 2009

ECLI:IT:CASS:2009:17438PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del sindacato sulla motivazione della sentenza impugnata, è tenuto a verificare la sola esistenza di un apparato argomentativo logico e coerente, senza poter valutare l'adeguatezza o la rispondenza delle argomentazioni alle risultanze processuali. L'illogicità della motivazione, come vizio denunciabile, deve essere di macroscopica evidenza, tale da risultare percepibile "ictu oculi", essendo precluso al giudice di legittimità di sostituire la propria valutazione dei fatti a quella compiuta dal giudice di merito, purché sorretta da motivazione immune da vizi logico-giuridici manifesti. Ne consegue che non possono trovare ingresso in sede di legittimità i motivi di ricorso fondati su una diversa prospettazione dei fatti o su altre spiegazioni formulate dal ricorrente, per quanto plausibili o logicamente sostenibili alla pari di quelle accolte dal giudice di merito, atteso che il sindacato di legittimità è limitato a riscontrare l'esistenza di un logico apparato argomentativo sui vari punti della decisione impugnata, senza possibilità di verificare l'adeguatezza delle argomentazioni utilizzate dal giudice di merito per sostanziare il proprio convincimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. MANNA Antonio - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

avv. ((omissis)) del foro di Oristano nell'interesse di Vi. Fa. , nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte d'appello di Cagliari, sezione penale, in data 4 luglio 2005;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, Dr. ((omissis)), il quale ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

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