Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 21524 del 22 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:21524PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le dichiarazioni accusatorie di coimputati o imputati in procedimento connesso devono essere valutate con particolare rigore e necessitano di riscontri esterni che ne confermino l'attendibilità, ai sensi dell'art. 192 c.p.p. Tali dichiarazioni, pur se dettagliate e concordanti, non possono da sole costituire prova sufficiente per la condanna dell'imputato, in assenza di ulteriori elementi probatori che ne corroborino il contenuto. Il giudice deve quindi verificare attentamente l'attendibilità intrinseca delle chiamate in correità, tenendo conto di eventuali contraddizioni, ritardi temporali, interessi processuali dei dichiaranti e della loro collocazione in un contesto criminale. Solo ove tali dichiarazioni siano sorrette da riscontri esterni oggettivi, il giudice può ritenerle idonee a fondare una pronuncia di condanna.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CAMPANATO Graziana - Presidente

Dott. LICARI Carlo - Consigliere

Dott. MAISANO Giulio - Consigliere

Dott. IZZO Fausto - Consigliere

Dott. BLAIOTTA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

HI. AR. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 14/05/2003 CORTE APPELLO di VENEZIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. BLAIOTTA ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita'.

MOTIVI DELLA DECISIONE

1. Il Tribunale di Venezia, a seguito di giudizio abbreviato, ha afferm…

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