Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 40025 del 12 novembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:40025PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La sussistenza della gravità indiziaria, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, può essere legittimamente desunta da una pluralità di elementi probatori, quali le dichiarazioni della persona offesa, riscontrate da altri elementi oggettivi e soggettivi emersi dalle indagini, come le dichiarazioni di altri testimoni e il riconoscimento fotografico dell'indagato, anche in presenza di condotte tipicamente mafiose finalizzate a condizionare la persona offesa. Tali elementi, valutati nel loro complesso in modo logico e coerente, sono idonei a delineare un quadro indiziario grave e preciso, tale da giustificare l'adozione della misura cautelare più afflittiva, anche in assenza di confessione dell'indagato, la cui diversa ricostruzione dei fatti può essere valutata nel successivo giudizio di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. SERPICO Francesc - rel. Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco Pao - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MI. RA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 3042/2010 TRIB. LIBERTA' di NAPOLI, del 26/04/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERPICO Francesco;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. IACOVIELLO Francesco Mauro intese alla inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Sulla richiesta di riesame proposta nell'interesse di MI. RA. avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere del GIP del Tribunale di Na…

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