Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43317 del 23 ottobre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:43317PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso di cui all'art. 416-bis c.p. è un reato permanente, la cui consumazione perdura nel tempo fino alla cessazione dell'attività criminosa. Pertanto, la condanna per tale reato non viola il principio del ne bis in idem se si riferisce a condotte successive a quelle già giudicate in un precedente processo, purché siano state accertate in modo definitivo la partecipazione dell'imputato all'associazione mafiosa e la sua intraneità alla stessa. Le dichiarazioni accusatorie rese dai collaboratori di giustizia, anche se non totalmente sovrapponibili, possono costituire valido elemento di prova della responsabilità dell'imputato, purché siano intrinsecamente attendibili, reciprocamente convergenti sui fatti essenziali e corroborate da riscontri esterni individualizzanti. L'eventuale mancata concessione delle attenuanti della collaborazione non inficia necessariamente l'attendibilità del collaboratore, potendo dipendere da lacune dichiarative che non consentono di riconoscere tale beneficio. In tema di associazione mafiosa, le aggravanti di cui ai commi 4 e 6 dell'art. 416-bis c.p. (disponibilità di armi e finalità di reinvestimento dei proventi illeciti) possono ritenersi sussistenti sulla base della prova dell'appartenenza dell'imputato all'associazione di tipo mafioso, senza necessità di una specifica verifica della sua consapevolezza in ordine a tali caratteristiche, in quanto esse sono tipiche e strutturali dell'essenza stessa di Cosa Nostra. Ciò vale a maggior ragione quando l'imputato abbia già riportato condanne definitive per reati commessi nell'ambito della medesima organizzazione criminale. Infine, il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle circostanze attenuanti generiche e nella determinazione della pena, sindacabile in sede di legittimità solo in presenza di vizi logici o errori di diritto, non ravvisabili nel caso in cui la motivazione risulti congrua ed esaustiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano President - del 08/10/2013

Dott. DAVIGO P. - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. CARRELLI PALOMBI Roberto - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato il (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte di Appello di Palermo del 8.3.2012;

Sentita la relazione della causa fatta dal consigliere Fabrizio Di Marzio;

udita la requisitoria del sostituto procuratore generale Carmine Stabile, il quale ha concluso chiedendo che il ricorso sia rigettato;

udito il difensore dell'imputato, avv. (OMISSIS), il quale ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

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