Cassazione penale Sez. I sentenza n. 15850 del 26 aprile 2022

ECLI:IT:CASS:2022:15850PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare la concessione di misure alternative alla detenzione, deve considerare la personalità del condannato, il suo percorso rieducativo e il contesto familiare e sociale, al fine di accertare l'idoneità della misura a soddisfare le finalità di prevenzione speciale. Pertanto, il rigetto della richiesta di affidamento in prova al servizio sociale e di detenzione domiciliare è legittimo quando emergano elementi che denotino una carenza nell'area affettivo-emotiva, relazionale e comunicativa del condannato, una mancanza di resipiscenza e di collaborazione con gli organi preposti, nonché la pendenza di altri procedimenti penali a suo carico, tali da far ritenere la misura alternativa non idonea a prevenire il pericolo di recidiva. Il giudice di legittimità non può rivalutare nel merito tali elementi, essendo preclusa la riesaminazione degli accertamenti di fatto compiuti dal giudice di merito, salvo vizi logici o giuridici della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. SIANI Vincenzo - Consigliere

Dott. FIORDALISI Domenico - rel. Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 18/03/2021 del TRIB. SORVEGLIANZA di CATANZARO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DOMENICO FIORDALISI;
lette le conclusioni del PG;
Il Procuratore generale, Dott. ((omissis)), chiede dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre avverso l'ordinanza del 18 marzo 2021 del Tribunale di sorveglianza di Catanzaro, che ha rigettato la richiesta di applicazione della misura …

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