La determinazione di conclusione negativa della conferenza di servizi preliminare, adottata ai sensi dell'art. 14-bis, comma 5, della legge n. 241/1990, costituisce un atto endoprocedimentale che non determina l'arresto definitivo del procedimento, ma produce gli effetti della comunicazione di cui all'art. 10-bis della medesima legge. Pertanto, l'amministrazione procedente è tenuta a trasmettere le eventuali osservazioni presentate dal privato istante alle altre amministrazioni coinvolte e a procedere ai sensi del comma 2 dello stesso art. 14-bis, riattivando il modulo conferenziale e adottando una ulteriore determinazione di conclusione del procedimento, positiva o negativa, debitamente motivata. Solo tale atto finale, e non la determinazione di conclusione negativa preliminare, è suscettibile di autonoma impugnazione, essendo preclusa ogni valutazione nel merito delle ragioni sottese alla presente impugnazione, ai sensi dell'art. 34, comma 2, del codice del processo amministrativo.