Cassazione penale Sez. II sentenza n. 4724 del 1 febbraio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:4724PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, deve essere valutato sulla base di elementi concreti e non meramente congetturali, che rivelino una effettiva e attuale continuità della pericolosità sociale dell'indagato, desumibile dai suoi precedenti penali, dalla gravità del fatto commesso, che denota particolare professionalità a delinquere, e dalla mancata indicazione dei correi. La mera mancata collaborazione dell'indagato non può, di per sé, assumere valenza negativa ai fini della valutazione di tale pericolo, in assenza di una complessiva e adeguata motivazione che tenga conto di tutti gli elementi rilevanti. Inoltre, il giudice non opera una presunzione di inadeguatezza del regime cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, ma effettua una valutazione concreta sulla sua idoneità a soddisfare le esigenze cautelari, in relazione alla particolare rilevanza dell'ambiente criminale di appartenenza dell'indagato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - rel. Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 13/09/2017 del TRIB. LIBERTA' di ANCONA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. IGNAZIO PARDO;
sentite le conclusioni del PG Dr. VIOLA ALFREDO POMPEO che conclude per il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1.1 Il Tribunale della liberta' di ANCONA, con ordinanza in data 13/09/2017, rigettava l'appello proposto da (OMISSIS), avverso l'ordinanza del GIP del Tribunale di Pesaro, in dat…

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