Il piano per gli insediamenti produttivi (P.I.P.) è uno strumento urbanistico finalizzato al perseguimento di esigenze ulteriori rispetto al mero governo del territorio, in quanto volto a incentivare le imprese offrendo loro, a prezzi politici, le aree occorrenti per l'impianto o l'espansione delle produzioni commerciali o industriali, garantendo l'armonico sviluppo del territorio. Gli oneri sostenuti dal Comune per l'acquisizione delle aree necessarie per attuare il P.I.P. hanno natura pubblicistica, in quanto l'Amministrazione persegue la superiore funzione di interesse generale di insediare produzioni che creano o innalzano i livelli occupazionali e di benessere di un determinato territorio, espropriando i beni di terzi soggetti per beneficiare altri privati, gli assegnatari dei lotti, i quali eserciteranno la propria libertà di iniziativa economica. Lo spostamento di ricchezza da un privato ad un altro privato ha una causa normativa tipizzata, che è quella di funzionalizzare in senso economico e sociale il sacrificio imposto ad un soggetto determinato per il benessere dell'intera collettività stanziata sul territorio, consentendo all'imprenditore, che assume su di sé il rischio imprenditoriale, di organizzare il capitale e i mezzi della produzione. Pertanto, la rideterminazione dei prezzi di assegnazione delle aree P.I.P. deve avvenire nel rispetto delle procedure convenzionalmente previste, tra cui l'obbligatorio parere della Cabina di Regia, organo deputato al controllo e alla verifica delle modalità e dei tempi di attuazione del P.I.P., la cui omissione inficia la legittimità della richiesta di conguaglio.