Cassazione civile Sez. I sentenza n. 16550 del 6 agosto 2015

ECLI:IT:CASS:2015:16550CIV

Massima

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Il diritto dell'appaltatore al pagamento della rata di saldo e degli eventuali compensi aggiuntivi sorge in seguito all'esito positivo del collaudo, che vale come accettazione dell'opera da parte della stazione appaltante. Tuttavia, anche in assenza di un termine legale per il compimento delle operazioni di collaudo, l'Amministrazione non può procrastinare indefinitamente tali operazioni, dovendo approvarle in un arco di tempo compreso nei limiti della tollerabilità e delle normali esigenze di definire il rapporto senza ritardi ingiustificati. Pertanto, ove l'Amministrazione abbia omesso di adottare e comunicare le sue determinazioni in congruo periodo di tempo, tale comportamento omissivo denuncia di per sé il rifiuto dell'Amministrazione ed il suo inadempimento, e l'appaltatore può allora far valere direttamente i suoi diritti, in via giudiziaria o arbitrale, senza necessità di dover preliminarmente mettere in mora l'Amministrazione o di assegnarle un termine. Il termine di prescrizione del diritto dell'appaltatore incomincia a decorrere, ai sensi dell'articolo 2935 c.c., ancorché il momento iniziale di tale termine non sia stato preventivamente e precisamente determinato, essendo esso determinabile e individuabile in base ai suddetti oggettivi criteri di valutazione. Inoltre, le parti possono fissare consensualmente un termine convenzionale per il compimento del collaudo, dal cui espletamento dipendono i diritti e le ragioni dell'appaltatore. Pertanto, qualora il credito azionato in monitorio risulti prescritto, anche a voler considerare per le operazioni di collaudo un termine doppio o quadruplo rispetto a quello previsto, la domanda dell'appaltatore deve essere rigettata, non essendo necessaria alcuna indagine sul valore interruttivo della prescrizione dell'atto di sollecito, né potendo la delibera di approvazione della contabilità finale costituire una rinuncia alla prescrizione, trattandosi di un atto meramente interno della P.A., non proveniente dall'organo investito della rappresentanza legale dell'ente e, pertanto, non idoneo a produrre effetti negoziali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA CIVILE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SALVAGO Salvatore - Presidente

Dott. GIANCOLA ((omissis)) - Consigliere

Dott. CAMPANILE Pietro - Consigliere

Dott. SAMBITO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. MERCOLINO Guido - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso 16832-2009 proposto da:

COMUNE TORRE DI RUGGIERO (c.f. (OMISSIS)), in persona del Sindaco pro tempore, elettivamente domiciliato in (OMISSIS), presso l'avvocato (OMISSIS), che lo rappresenta e difende unitamente all'avvocato (OMISSIS), giusta procura a margine del ricorso;

- ricorrente -

contro

(OMISSIS); (OMISSIS); (OMISSIS) (C.F. (OMISSIS)), in proprio e nella qualita' di procuratore generale di (OMISSIS) (C.F. (OMISSIS)), (OMISSIS) (C.F. (OMISSIS)), (OMISSIS)…

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