Il potere di annullamento dell'autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune, ai sensi dell'art. 159 del d.lgs. n. 42 del 2004, spetta alla Soprintendenza, quale articolazione periferica del Ministero per i beni e le attività culturali, in quanto tale potere rientra nell'ambito delle competenze delegate a tale organo periferico, senza che sia necessaria l'espressa attribuzione al Ministro. La Soprintendenza, nell'esercizio di tale potere, può legittimamente richiedere l'integrazione documentale necessaria a valutare la compatibilità dell'intervento edilizio con le esigenze di tutela del vincolo paesaggistico, anche oltre il termine di 60 giorni previsto per il procedimento comunale, in quanto tale termine non si applica alla fase di controllo successiva svolta dalla Soprintendenza. L'obbligo di comunicazione del preavviso di rigetto, di cui all'art. 10-bis della legge n. 241 del 1990, non si applica al procedimento di annullamento dell'autorizzazione paesaggistica, in quanto tale procedimento costituisce una fase ulteriore, di secondo grado, del medesimo procedimento svolto in prima battuta dal Comune, e non un procedimento ad istanza di parte. La Soprintendenza, nel valutare la compatibilità dell'intervento edilizio con il vincolo paesaggistico, può legittimamente rilevare l'illogicità dell'autorizzazione comunale laddove questa abbia riguardato un manufatto non più esistente, in quanto definito "diruto" dalla stessa commissione comunale.