Cassazione penale Sez. III sentenza n. 13726 del 29 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13726PEN

Massima

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Il tentativo di frode in commercio è configurabile quando, in un esercizio commerciale, vengono posti in vendita alimenti congelati o surgelati senza che tale caratteristica sia indicata nel menu', in quanto tale condotta dimostra univocamente la volontà dell'esercente di consegnare ai clienti una cosa diversa da quella pattuita, a prescindere dall'inizio di una concreta contrattazione con il singolo avventore. La mancata comunicazione al consumatore della natura congelata o surgelata di alcuni prodotti alimentari posti in vendita integra gli estremi del tentativo di frode in commercio, in quanto tale comportamento è idoneo e diretto in modo non equivoco a indurre in errore il cliente sulla qualità e freschezza della merce acquistata, a prescindere dall'effettiva conclusione della transazione commerciale. Pertanto, la semplice detenzione all'interno di un esercizio commerciale di alimenti congelati o surgelati, senza che nel menu' siano indicate tali qualità, è sufficiente a configurare il tentativo di frode in commercio, in quanto tale condotta manifesta in modo inequivocabile l'intento dell'esercente di consegnare ai clienti una cosa diversa da quella pattuita. La giurisprudenza di legittimità ha infatti affermato che, ai fini della configurabilità del tentativo di frode in commercio, non è necessario l'inizio di una concreta contrattazione con il singolo avventore, essendo sufficiente la mera messa in vendita di prodotti alimentari diversi da quelli dichiarati, in quanto tale comportamento è idoneo e diretto in modo non equivoco a indurre in errore il consumatore sulla qualità e freschezza della merce acquistata. Pertanto, la semplice detenzione all'interno di un esercizio commerciale di alimenti congelati o surgelati, senza che nel menu' siano indicate tali qualità, integra il tentativo di frode in commercio, a prescindere dall'effettiva conclusione della transazione commerciale con il cliente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ACETO Aldo - Presidente

Dott. CORBETTA Stefano - Consigliere

Dott. SCARCELLA Alessio - Consigliere

Dott. REYNAUD ((omissis)) - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato in (OMISSIS);
(OMISSIS), nata in (OMISSIS);
avverso la sentenza del 03-03-2017 della Corte di appello di Perugia;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;
udito per i ricorrenti l'avvocato (OMISSIS), che concludeva per l'accoglimento dei ricorsi.
RITENUTO IN F…

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