Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 32855 del 12 agosto 2009

ECLI:IT:CASS:2009:32855PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia si configura quando la condotta abituale del soggetto attivo, caratterizzata da una pluralità di atti di violenza fisica o morale, cagiona nella vittima un perdurante stato di sofferenza e di assoggettamento, tale da compromettere gravemente l'equilibrio psico-fisico e la libertà di autodeterminazione del nucleo familiare. Tale reato non richiede la prova di una continua e ininterrotta condotta di maltrattamento, essendo sufficiente la dimostrazione di una serie di episodi, anche se intervallati da periodi di apparente normalità, purché idonei a creare nella vittima una condizione di disagio e di soggezione. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che la condotta del soggetto attivo sia caratterizzata da una volontà unitaria e continuativa di maltrattare, essendo sufficiente che gli atti di violenza, anche se non collegati da un disegno criminoso unitario, siano idonei a cagionare nella vittima il perdurante stato di sofferenza e di assoggettamento richiesto dalla norma incriminatrice. Inoltre, la valutazione della credibilità della persona offesa e l'apprezzamento della prova testimoniale rientrano nell'esclusiva competenza del giudice di merito, il quale è tenuto a motivare in modo adeguato le proprie determinazioni, senza che il giudice di legittimità possa sindacare tale valutazione, se non in caso di manifesta illogicità o irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MANNINO Saverio F. - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Di. Ca. , n. a (OMESSO);

nei confronti della sentenza in data 17 luglio 2006 della Corte d'appello di Milano;

udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. COLLA Giorgio;

udito il Procuratore generale nella persona del sostituto Dott. SELVAGGI Eugenio, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con la sentenza in epigrafe la Corte d'appello …

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