Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25034 del 25 giugno 2024

ECLI:IT:CASS:2024:25034PEN

Massima

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Il delitto di minaccia grave di cui all'art. 612 cod. pen. si configura quando la condotta minacciosa, pur non essendo seguita dall'effettivo verificarsi del turbamento psichico nel soggetto passivo, risulta comunque idonea a cagionare effetti intimidatori, secondo un giudizio di prognosi postuma che tenga conto delle concrete modalità di realizzazione della minaccia e del contesto in cui essa è stata proferita. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che il turbamento psichico si verifichi effettivamente in capo alla persona offesa, essendo sufficiente che la minaccia sia astrattamente idonea a produrre tale effetto, a prescindere dall'esito concreto. Inoltre, il giudice di appello, anche nel caso di giudizio abbreviato, può disporre la rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale ove ritenga necessaria l'assunzione di nuovi mezzi di prova per la decisione, senza che ciò integri una violazione del diritto di difesa dell'imputato. Infine, la valutazione della particolare tenuità del fatto ai sensi dell'art. 131-bis cod. pen. deve essere eccepita dall'imputato nel corso del giudizio di merito, non essendo possibile farla valere per la prima volta in sede di legittimità, salvo che l'ammissibilità di tale causa di non punibilità non sia stata prevista o consentita dal legislatore con modalità più estese solo dopo la celebrazione dei precedenti gradi di giudizio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta da:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

Dott. GIORDANO Rosaria - Relatore

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Lo.Fi. nato a P il omissis
avverso la sentenza del 02/10/2023 della CORTE APPELLO di PALERMO
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ROSARIA GIORDANO;
udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale, MARIA FRANCESCA LOY, che ha concluso per l'inammissibilità del ricorso;
udito il difensore della parte civile costituita, avv. ST.GI., il quale, riportandosi anche alla memoria, ha chiesto la conferma della decisione impugnata;
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte d'Appello di Palermo rif…

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