Cassazione penale Sez. V sentenza n. 11147 del 30 marzo 2006

ECLI:IT:CASS:2006:11147PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che commette falsità materiale in atto pubblico, alterando il contenuto di verbali di infrazione al codice della strada al fine di procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale ai destinatari delle sanzioni, realizza un unico fatto materiale che integra il reato di falsità in atti pubblici, assorbendo il reato di abuso d'ufficio. Ciò in quanto la condotta abusiva si esaurisce interamente nella falsificazione dell'atto pubblico, senza ulteriori comportamenti produttivi di effetti giuridici, e la clausola di riserva contenuta nell'art. 323 c.p. impone di considerare la fattispecie di abuso d'ufficio quale residuale e meramente eventuale rispetto al reato più grave di falso, indipendentemente dalla diversità dei beni giuridici tutelati e dalla circostanza che la falsificazione abbia consentito di procurare un vantaggio patrimoniale ingiusto. La regola di "consunzione" stabilita dalla clausola di riserva dell'art. 323 c.p. opera infatti in presenza di un'unica azione abusiva, essendo il "medesimo fatto" cui essa si riferisce da intendersi come medesimo fatto storico, mentre il bene giuridico tutelato, concernendo la premessa normativa, è estraneo all'ambito di operatività della riserva. Pertanto, quando la condotta abusiva si esaurisce interamente nella falsificazione dell'atto pubblico, il reato di abuso d'ufficio deve ritenersi assorbito in quello di falsità materiale in atti pubblici, senza possibilità di un concorso formale tra le due fattispecie. Diversamente, il concorso tra i due reati può configurarsi solo qualora la condotta abusiva risulti realizzata mediante attività o comportamenti ulteriori rispetto al falso, produttivi di effetti giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE QUINTA PENALE
Composta dai Signori:
((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - ((omissis)) - Consigliere
M. ((omissis)) - Consigliere
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
Sul ricorso proposto nell'interesse di Mi. Ca., nato il (...) a Vi. S. Gi. (Re),
avverso la sentenza pronunciata in data 30.9.2004 dalla Corte d'appello di Reggio Calabria.
Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;
Udita la relazione fatta dal consigliere M. ((omissis));
Udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata limitatamente ai reati d'abuso d'ufficio, perché assorbiti nei falsi, con eliminazione della pena irrogata in continuazione; il rigetto del ricorso per il resto.
FATTO
Mi. Ca. ha proposto, per mezzo del suo difenso…

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