Cassazione penale Sez. I sentenza n. 41090 del 3 ottobre 2014

ECLI:IT:CASS:2014:41090PEN

Massima

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Il reato di favoreggiamento della permanenza illegale di uno straniero nel territorio dello Stato, di cui all'art. 12, comma 5, del D.Lgs. n. 286/1998, si configura quando il datore di lavoro, al fine di trarre ingiusto profitto dalla condizione di illegalità dello straniero, gli impone condizioni di lavoro gravose e discriminatorie, approfittando della sua mancanza di forza contrattuale. L'elemento distintivo rispetto al reato di occupazione alle proprie dipendenze di lavoratori stranieri senza permesso di soggiorno, di cui all'art. 22 del medesimo decreto, è rappresentato dall'imposizione di tali condizioni lavorative, che esulano dal mero rapporto sinallagmatico di prestazione d'opera e rivelano l'intento di sfruttare la vulnerabilità dello straniero irregolare. Pertanto, la configurabilità del reato di favoreggiamento della permanenza illegale richiede la prova di un quid pluris rispetto alla mera assunzione di manodopera in nero, ovvero l'accertamento di una retribuzione esigua, di un orario di lavoro eccessivo e di altre modalità di impiego che, nel loro complesso, dimostrino l'intento di trarre un ingiusto profitto dalla condizione di illegalità dello straniero, in violazione della sua dignità e dei suoi diritti fondamentali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Presidente

Dott. CAIAZZO Luigi - rel. Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella - Consigliere

Dott. CASA Filippo - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1233/2010 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 05/10/2012;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 06/05/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUIGI PIETRO CAIAZZO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. P. Gaeta, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RILEVATO IN FATTO

Con sentenza in data 5.10.2012 la Corte d'appello di Firenze …

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