Il permesso di soggiorno per lavoro subordinato può essere legittimamente negato o revocato quando l'amministrazione accerti, sulla base di elementi oggettivi, che il rapporto di lavoro dichiarato dal richiedente è fittizio e privo di effettività, non essendo possibile verificare la presenza del datore di lavoro presso il luogo di lavoro indicato e non essendo fornita dal richiedente alcuna prova dell'effettivo svolgimento dell'attività lavorativa, come richiesto dalla normativa in materia di immigrazione. In tali casi, infatti, il richiedente non soddisfa i requisiti di legge per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno, in quanto non è in grado di dimostrare di disporre di un reddito almeno pari al minimo della pensione sociale, come previsto dall'art. 5, comma 5, del D.Lgs. 286/1998 e dall'art. 39, comma 3, del D.P.R. 394/1999. L'amministrazione, pertanto, non può che respingere la domanda di rinnovo del permesso di soggiorno, in assenza della prova dell'effettività del rapporto di lavoro dichiarato, senza che ciò possa essere considerato una violazione della normativa di riferimento o un eccesso di potere per illogicità e insufficienza della motivazione, qualora gli accertamenti svolti e le risultanze istruttorie siano adeguatamente rappresentati nell'atto impugnato.