Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24553 del 5 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:24553PEN

Massima

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Il giudice di rinvio, nell'ambito di un procedimento penale, è legittimato a riesaminare solo i "punti" che hanno formato oggetto dell'annullamento da parte della Corte di Cassazione e quelli ad essi inscindibilmente connessi per necessaria interdipendenza logico-giuridica, non potendo estendere il proprio sindacato a questioni non investite dall'annullamento. Tuttavia, qualora sia intervenuta la prescrizione del reato, il giudice è tenuto a pronunciare sentenza di assoluzione ai sensi dell'art. 129, comma 2, c.p.p., solo ove le circostanze idonee ad escludere l'esistenza del fatto, la commissione dello stesso da parte dell'imputato e la sua rilevanza penale emergano dagli atti in modo assolutamente non contestabile, così da appartenere più al concetto di "constatazione" che a quello di "apprezzamento", essendo incompatibile con qualsiasi necessità di ulteriore accertamento o approfondimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GARRIBBA Tito - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. CITTERIO Carlo - Consigliere

Dott. APRILE Ercole - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 27/04/2012 della Corte di appello di Catania;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Ercole Aprile;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. Fodaroni Maria Giuseppina, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Con la sentenza sopra indicata la C…

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