Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21249 del 4 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:21249PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione, nel valutare l'esistenza del vincolo della continuazione tra più reati, deve accertare l'unicità del disegno criminoso, non essendo sufficiente una mera genericità o abitualità criminosa, ma essendo necessaria l'individuazione, fin dalla commissione del primo episodio, di tutti i successivi reati, almeno nelle loro connotazioni fondamentali, con una deliberazione di carattere non generico ma generale. Pertanto, il mero riferimento all'appartenenza dell'imputato ad un'associazione mafiosa, senza la dimostrazione di un nesso teleologico tra i diversi reati, non è sufficiente a ritenere integrato il vincolo della continuazione, dovendosi altresì valutare la natura, i contesti spazio-temporali e soggettivi dei singoli reati, al fine di accertare l'effettiva unitarietà del disegno criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MAZZITELLI Caterin - rel. Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 09/05/2016 della CORTE APPELLO di LECCE;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. CATERINA MAZZITELLI;
Letta la requisitoria scritta del P.G., Dott. ((omissis)), il quale ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Con ordinanza emessa in data 6 giugno 2016 la Corte d'Appello di Lecce ha rigettato l'istanza avanzata da (OMISSI…

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