Cassazione penale Sez. V sentenza n. 678 del 12 gennaio 2022

ECLI:IT:CASS:2022:678PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste quando la condotta dell'agente, valutata nel suo contesto, sia idonea a limitare la libertà psichica della vittima mediante la prospettazione di un pericolo di un male ingiusto, senza che sia necessario l'effettivo verificarsi di uno stato di intimidazione, essendo sufficiente l'attitudine della condotta ad intimorire. L'entità del turbamento psichico determinato sull'offeso va accertata avendo riguardo non solo al tenore delle espressioni verbali, ma anche alle circostanze in cui esse si inseriscono, anche in presenza di una reazione emotiva sproporzionata della vittima. Pertanto, l'espressione di una minaccia di "fare anche di peggio" in relazione a un precedente fatto lesivo, proferita in un contesto di forte concitazione e reazione emotiva della persona offesa, integra il reato di minaccia, pur in assenza di un concreto stato di intimidazione verificatosi nella vittima.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. FRANCOLINI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/11/2020 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ROSA PEZZULLO;
il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. EPIDENDIO TOMASO, che ha concluso chiedendo per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di L'Aquila, con sentenza del 27 novembre 2020, i…

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