Il provvedimento di annullamento d'ufficio di una concessione edilizia, adottato ai sensi dell'art. 2, comma 8, della L.R. n. 17/1994, non può ritenersi formatosi per silenzio-assenso qualora l'amministrazione abbia ripetutamente manifestato il proprio intento di non rilasciare il titolo richiesto e la comunicazione di inizio lavori sia stata presentata senza allegare la perizia giurata e senza corrispondere gli oneri concessori, in assenza dei quali non può consolidarsi il silenzio-assenso. In tali casi, il provvedimento di annullamento deve essere qualificato, sotto il profilo sostanziale, come diniego sull'istanza di rilascio della concessione edilizia, non essendo necessaria la previa comunicazione di avvio del procedimento atteso che il privato era a conoscenza degli impedimenti al rilascio del titolo. La domanda risarcitoria è infondata ove il danneggiato non abbia assolto all'onere probatorio di dimostrare la sussistenza di tutti gli elementi costitutivi della relativa domanda, in particolare il danno e il suo ammontare, il nesso causale e la colpa del danneggiante, non potendo il giudice supplire alle lacune probatorie mediante il ricorso all'equità integrativa ex art. 1226 c.c. o alla consulenza tecnica d'ufficio.