Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43070 del 21 ottobre 2019

ECLI:IT:CASS:2019:43070PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni, disposto ai sensi dell'art. 240-bis c.p. in ragione della confiscabilità dei beni riconducibili all'indagato per reati aggravati dalla finalità di agevolare l'attività di un'associazione di tipo mafioso, può essere contestato dal terzo estraneo al procedimento penale che si assume proprietario dei beni sequestrati. In tale ipotesi, il giudice è tenuto a verificare la legittima provenienza della somma di denaro oggetto di sequestro, accertando in modo rigoroso la capacità reddituale del terzo e la congruità tra tale capacità e l'entità del denaro sequestrato. La mera produzione di documentazione informale o inidonea a comprovare in modo certo gli effettivi utili dell'attività economica svolta dal terzo non è sufficiente a superare la presunzione di illecita provenienza del denaro, giustificando il mantenimento del sequestro preventivo disposto a carico dell'indagato per reati di criminalità organizzata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - rel. Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 18/01/2019 del TRIB. LIBERTA' di NAPOLI;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. BIANCHI MICHELE;
sentite le conclusioni del PG Dott. ZACCO FRANCA, che ha chiesto la dichiarazione di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con istanza depositata in data 23.11.2018 (OMISSIS), per il tramite del suo difensore di fiducia e procuratore speciale, aveva chiesto il d…

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