Il provvedimento di confisca di beni appartenenti a soggetti terzi rispetto all'imputato patteggiante non può essere impugnato da quest'ultimo, in quanto egli non vanta un interesse concreto ed attuale all'annullamento di tale provvedimento. Infatti, la fisiologica destinazione dei beni confiscati, in caso di accoglimento dell'impugnativa, non è il patrimonio dell'imputato, ma quello dei soggetti diversi da quest'ultimo, titolari dei beni. Pertanto, il ricorso proposto dall'imputato è inammissibile per difetto di interesse, sia che si tratti di beni immobili di proprietà dei figli minori dell'imputato, sia che si tratti di beni di proprietà di una società amministrata dalla moglie dell'imputato, sia che si tratti di somme depositate su conti correnti intestati ai figli minori dell'imputato, su cui egli aveva solo delega ad operare. L'imputato, infatti, non ha proposto il ricorso nella qualità di esercente la potestà genitoriale sui figli minori, né ha conferito procura speciale al difensore in tale veste, come avrebbe dovuto fare per poter impugnare la confisca di beni appartenenti ai minori. Analogamente, l'imputato non può impugnare la confisca di beni di proprietà di società o di terzi, in quanto egli non ne è il titolare e, pertanto, non vanta un interesse concreto ed attuale all'annullamento del provvedimento.