Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 21321 del 21 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:21321PEN

Massima

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La condotta di un pubblico ufficiale, pur essendo illegittima, non integra automaticamente gli estremi dell'atto arbitrario previsto dall'art. 393-bis c.p., il quale richiede che l'azione sia connotata da vessazione, sopruso, prevaricazione o prepotenza, tali da manifestare la consapevole volontà dell'agente di perseguire fini o usare mezzi incompatibili con l'ordinamento giuridico. La mera illegittimità dell'atto non è sufficiente a configurare la scriminante dell'atto arbitrario, essendo necessario un quid pluris che riveli un carattere di abuso di potere da parte del pubblico ufficiale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTUNDO Vincenz - Presidente

Dott. CITTERIO C. - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. DI STEFANO P. - rel. Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA B. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

(OMISSIS) n. (OMISSIS);

avverso la sentenza 2717/2011 del 13/6/2013 della CORTE DI APPELLO DI L'AQUILA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere PIERLUIGI DI STEFANO;

dito il Procuratore Generale in persona del Dott. PIETRO GAETA che ha concluso chiedendo il rigetto dei ricorsi.

MOTIVI DELLA DECISIONE

(OMISSIS) e (OMISSIS) hanno proposto ricorso avverso la sentenza della …

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