Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31141 del 28 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:31141PEN

Massima

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Il reato di violazione di domicilio si configura quando l'agente si introduce in un'abitazione altrui contro la volontà tacita del proprietario o in modo clandestino, a prescindere dalle sue effettive intenzioni o dal fatto che abbia esibito un documento di identità. L'elemento psicologico del reato sussiste anche in caso di errore dell'agente, purché questi abbia agito con negligenza o imprudenza nel verificare la legittimità del suo ingresso. La Corte di Cassazione, nell'esaminare il ricorso, non può sindacare nel merito le valutazioni probatorie e la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, se la motivazione risulta logica e coerente. L'inammissibilità del ricorso per Cassazione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiuli - Presidente

Dott. CALABRESE Renato L. - Consigliere

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Consigliere

Dott. SANDRELLI Giangiaco - Consigliere

Dott. DE BERNARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) RO. DA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 12/06/2008 CORTE APPELLO di FIRENZE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. DE BERARDINIS SILVANA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in data 12.6.2008 la Co…

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