Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 24606 del 10 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24606PEN

Massima

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Il dolo del reato di calunnia richiede la certezza dell'innocenza dell'incolpato da parte di chi formula la falsa accusa, non essendo sufficiente la mera consapevolezza dell'inesistenza del fatto attribuito. Pertanto, non sussiste il dolo di calunnia quando la falsa incolpazione consegue a un convincimento erroneo dell'agente, dovuto a profili essenzialmente valutativi o interpretativi della condotta denunciata, sempre che tale valutazione soggettiva non risulti fraudolenta o consapevolmente forzata. In tali ipotesi, l'elemento soggettivo del reato di calunnia deve essere escluso, a prescindere dalla correttezza della qualificazione giuridica attribuita dall'agente alla condotta denunciata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 1986/2011 CORTE APPELLO di PALERMO, del 04/06/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/04/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALESSANDRA BASSI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio sull'elemento soggettivo.

RITENUTO IN FATTO

1. Con decisione del 4 giugno 2014, la Corte d&#…

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