Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36565 del 18 dicembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:36565PEN

Massima

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Il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso si configura quando il soggetto, approfittando della propria appartenenza o del collegamento con un'associazione di tipo mafioso, costringe la persona offesa a consegnargli una somma di denaro, prospettandole ritorsioni o pericoli per la propria incolumità, anche in assenza di minacce esplicite, in quanto la sola evocazione del potere intimidatorio dell'organizzazione criminale è sufficiente a determinare l'assoggettamento della vittima. Ciò anche quando il preteso credito vantato dal soggetto attivo sia incerto nell'an e nel quantum, poiché la finalità di affermazione dell'autorità mafiosa assorbe e prevale sulla eventuale finalità di soddisfare un diritto di credito. Pertanto, il ricorso all'intervento di un esponente di spicco dell'associazione mafiosa per risolvere una controversia, anche se inizialmente volta a raggiungere un accordo bonario, integra il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, in quanto idoneo a sfruttare il timore reverenziale della vittima nei confronti del potere intimidatorio dell'organizzazione criminale, annullando ogni possibile resistenza. Le esigenze cautelari sono altresì ravvisabili in ragione dei legami e dei favori resi nel tempo dal soggetto attivo alla cosca mafiosa, indicativi di una pericolosità sociale ancora attuale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. GIORDANNO Emilia Anna - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. AMOROSO Riccard - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 15/05/2020 del Tribunale di Palermo;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere AMOROSO Riccardo;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale MOLINO Pietro, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito l'avvocato (OMISSIS), difensore di (OMISSIS), che ha concluso per l'accoglimento dei motivi di ricorso.

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