Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 48404 del 30 dicembre 2008

ECLI:IT:CASS:2008:48404PEN

Massima

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Il tentativo di estorsione mediante minacce, anche se compiuto su richiesta della persona offesa al fine di rientrare in possesso di denaro prestato, non esclude la configurabilità del reato, in quanto l'ingiusto profitto perseguito attraverso l'uso di mezzi illeciti integra comunque gli estremi del delitto di tentata estorsione, a prescindere dalla finalità soggettiva dell'agente. Pertanto, la mancanza di consapevolezza dell'imputato circa l'illiceità del proprio comportamento, così come la successiva desistenza volontaria, non sono idonee a escludere la responsabilità penale, in quanto la consumazione del reato di tentata estorsione si realizza con il compimento di atti idonei e non equivoci diretti a costringere la vittima a consegnare una somma di denaro, a prescindere dall'effettivo conseguimento del profitto ingiusto. Inoltre, la riqualificazione del fatto in termini di tentativo, operata dal giudice di appello, non incide sulla configurabilità del reato, in quanto il tentativo di estorsione è comunque punibile ai sensi degli articoli 56 e 629 del codice penale. In definitiva, la condotta dell'imputato, finalizzata a costringere la vittima a versare una somma di denaro mediante reiterate minacce, integra gli estremi del delitto di tentata estorsione, a prescindere dalla consapevolezza dell'agente circa l'illiceità del proprio agire e dalla successiva desistenza volontaria, non essendo tali elementi idonei ad escludere la responsabilità penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. - Consigliere

Dott. COLLA Giorgio - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LO. CA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 26/03/2008 CORTE APPELLO di BOLOGNA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAMENDOLA FRANCESCO PAOLO;

sentito il P.G. in persona del Dott. ((omissis)) che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

Osserva in:

FATTO E DIRITTO

Con la sentenza indicata in epigrafe, la…

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