Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2785 del 26 gennaio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:2785PEN

Massima

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L'espressione di un'opinione critica nei confronti di una persona, anche se riferita a fatti oggettivi, può integrare il reato di diffamazione qualora trascenda i limiti della correttezza del linguaggio e si configuri come un attacco personale finalizzato all'unico scopo di aggredire la sfera morale altrui, essendo intrinsecamente lesiva della reputazione dell'avversario. Il grado di cultura e la volontà animosa dell'imputato nel denigrare l'avversario escludono l'incauto uso del termine diffamatorio e l'involontario utilizzo dell'espressione, configurando pertanto la consapevolezza dell'imputato nel commettere il reato di diffamazione. Il diritto di critica non può essere invocato per giustificare espressioni offensive e lesive della reputazione altrui, qualora le stesse non siano in rapporto di continenza con gli interlocutori e l'oggetto del contendere, trascendendo i limiti della correttezza del linguaggio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. OLDI Paolo - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

SA. Gi. , nato il (OMESSO) avverso la sentenza del Tribunale di Macerata (Sez. di Cittanova Marche) del 2.10.2009;

sentita la Relazione svolta dal Cons. Gian Giacomo Sandrelli;

sentite le Requisitorie del PG. (nella persona del Cons. Gioacchino Izzo) che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso;

E' presente l'avv.to AMATORE Salvatore del Foro di Roma che deposita procura speciale in difesa della Parte civi…

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