Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dalla società Barbatoja 1961 S.r.l. per l'annullamento del silenzio inadempimento sulla domanda di revoca di provvedimenti sanzionatori emessi dal Comune di Campo nell'Elba nei confronti della società Giglio Elbano S.r.l. in relazione ad abusi edilizi, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Nel processo amministrativo, l'interesse a ricorrere costituisce condizione dell'azione, consistente nell'utilità concreta che il ricorrente si ripromette di ottenere dall'accoglimento del ricorso. Tale interesse deve qualificarsi come posizione soggettiva differenziata, che ponga il ricorrente in relazione diretta con l'atto impugnato, e non come mero interesse di fatto. Pertanto, la società ricorrente, in quanto priva della titolarità del diritto di proprietà sui manufatti oggetto dei provvedimenti sanzionatori, non è titolare di una posizione giuridica differenziata che le consenta di impugnare tali atti. 2. L'autotutela amministrativa, ivi compresa la revoca di provvedimenti, soggiace alla più ampia valutazione discrezionale dell'Amministrazione competente e non si esercita in base ad un'istanza di parte, avente al più portata meramente sollecitatoria e inidonea ad imporre alcun obbligo giuridico di provvedere. Diversamente, si finirebbe con l'eludere il termine decadenziale per l'impugnazione degli atti. 3. Ai fini dell'impugnazione di provvedimenti che incidono su beni di proprietà di terzi, il ricorrente deve essere titolare di una posizione giuridica differenziata rispetto a quella del semplice cittadino. La mera gestione di un'attività economica connessa ai beni oggetto di tali provvedimenti non è sufficiente a integrare tale legittimazione. 4. L'impugnazione di atti presupposti, come la determinazione dell'Area Tecnica n. 5 del 2017, è soggetta al termine decadenziale di 60 giorni dalla loro pubblicazione, decorso il quale il ricorso è inammissibile.