Il provvedimento di decadenza dall'assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, adottato dall'amministrazione comunale ai sensi dell'art. 36 della legge regionale n. 96/96, può essere legittimamente annullato in sede di autotutela, qualora l'amministrazione ritenga di aver errato nell'applicazione della normativa di riferimento o nell'accertamento dei presupposti di fatto posti a fondamento della dichiarazione di decadenza. L'annullamento d'ufficio del provvedimento di decadenza, intervenuto nelle more del giudizio amministrativo promosso dal destinatario del provvedimento, determina la cessazione della materia del contendere, con conseguente compensazione delle spese di lite, in quanto l'atto impugnato è stato rimosso dall'ordinamento giuridico, garantendo la piena soddisfazione degli interessi dedotti in giudizio. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'amministrazione, nell'esercizio del potere di autotutela, può riesaminare e annullare d'ufficio i propri provvedimenti illegittimi, anche in pendenza di un giudizio amministrativo, al fine di ripristinare la legalità e tutelare la posizione giuridica del destinatario del provvedimento annullato. Tale potere di autotutela costituisce un rimedio eccezionale, che l'amministrazione può esercitare discrezionalmente, valutando l'interesse pubblico e privato coinvolto, al fine di rimuovere gli effetti di un provvedimento illegittimo.