Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 18473 del 15 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:18473PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare l'attualità di un vizio parziale di mente dell'imputato al momento del fatto, è tenuto a verificare la sussistenza di elementi clinico-diagnostici e comportamentali che comprovino il perdurare della patologia accertata in precedenti procedimenti, non potendo basarsi esclusivamente su valutazioni di carattere apodittico. Tuttavia, tale valutazione rientra nella discrezionalità del giudice di merito, che deve essere adeguatamente motivata, e non è sindacabile in sede di legittimità se correttamente effettuata, anche in assenza di una prova diretta della permanenza della patologia, ove siano presenti elementi indiziari, come l'assenza di riferimenti a disturbi mentali in precedenti condanne per fatti successivi alla diagnosi originaria, nonché le modalità comportamentali dell'imputato nel compiere il reato, che denotino una volizione immediata e occasionale, tali da escludere il perdurare di un vizio parziale di mente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. SERPICO Francesc - rel. Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 646/2010 CORTE APPELLO SEZ. DIST. di SASSARI, del 07/04/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/04/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO SERPICO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. LETTIERI Nicola che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO I…

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