Il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato è legittimo quando l'Amministrazione, sulla base di elementi oggettivi e concordanti, accerti il carattere fittizio del rapporto di lavoro posto a fondamento della domanda di rinnovo. Tali elementi possono consistere nell'assenza dal territorio nazionale dei familiari che il lavoratore straniero dovrebbe accudire, nel rapporto di parentela e convivenza tra le parti del contratto di lavoro, nonché nell'insufficiente capacità economica del datore di lavoro straniero a garantire l'effettiva retribuzione del lavoratore, tenuto conto degli oneri familiari a suo carico. In tali ipotesi, l'Amministrazione può procedere a una autonoma valutazione della veridicità del rapporto di lavoro, senza necessità di una previa pronuncia penale definitiva di condanna, purché tale valutazione sia condotta in modo ragionevole e sia sorretta da idonei elementi di riscontro. Il diniego di rinnovo del permesso di soggiorno per lavoro subordinato è quindi legittimo quando l'Amministrazione accerti, sulla base di una valutazione complessiva degli elementi acquisiti, che il rapporto di lavoro sia stato instaurato al solo fine di ottenere il rinnovo del titolo di soggiorno, senza che sussistano i requisiti di effettività e stabilità richiesti dalla normativa sull'immigrazione.