Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 11396 del 18 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:11396PEN

Massima

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Il concorso nel reato richiede un contributo partecipativo, morale o materiale, alla condotta altrui, caratterizzato dalla coscienza e volontà di arrecare un apporto concorsuale alla realizzazione del reato, non essendo sufficiente la mera consapevolezza della presenza della droga e dell'attività criminosa del concorrente. La semplice presenza della sostanza stupefacente in un luogo comune di uso dei concorrenti, in assenza di elementi probatori che dimostrino il contributo agevolativo dell'imputato, non è di per sé sufficiente a integrare la fattispecie del concorso nel reato, dovendosi invece ritenere integrata la sola ipotesi di connivenza non punibile. Pertanto, la motivazione della sentenza di condanna deve indicare in modo logico e adeguato gli elementi di prova che giustificano il giudizio di responsabilità dell'imputato per il concorso nel reato, non essendo sufficiente una mera congettura non supportata da riscontri probatori.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CITTERIO Carlo - Presidente

Dott. MOGINI S. - rel. Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza emessa dalla Corte d'Appello di Genova il 6.3.2014;

visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;

udita la relazione del consigliere Dott. Stefano Mogini;

udito il sostituto procuratore generale Dott. Vincenzo Geraci, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

PREMESSO che con la sentenza in epigrafe la Corte d'Appello di Genova ha conferm…

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