La falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale nell'attestazione di fatti rientranti nell'esercizio delle sue funzioni e destinati a provare la veridicità di tali fatti, integra il reato di cui all'art. 476, comma 2, c.p. e non quello di cui al comma 1 dello stesso articolo. Ciò in quanto l'atto pubblico fideifacente è caratterizzato non solo dall'attestazione di fatti appartenenti all'attività del pubblico ufficiale o caduti sotto la sua percezione, ma anche dalla circostanza che tale atto sia destinato, fin dall'inizio, alla prova, essendo redatto da un pubblico ufficiale autorizzato nell'esercizio di una speciale funzione certificativa. Pertanto, il termine di prescrizione per tale reato, in applicazione della disciplina di cui agli artt. 157, 160 e 161 c.p., è di dodici anni e sei mesi, e non di dieci anni come previsto per la falsità ideologica di cui al comma 1 dell'art. 476 c.p. Ciò comporta che, ove siano intervenuti atti interruttivi del corso della prescrizione ordinaria, il termine di prescrizione non si è ancora maturato al momento della pronuncia della sentenza impugnata.