Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15746 del 9 aprile 2018

ECLI:IT:CASS:2018:15746PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel confermare l'ordinanza cautelare di custodia in carcere emessa nei confronti di un soggetto indagato per il reato di partecipazione ad associazione mafiosa, afferma che la gravità indiziaria può essere desunta non solo dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha indicato il ricorrente come "soggetto a disposizione del gruppo", ma anche dall'analisi complessiva del compendio probatorio, in particolare dalle molteplici captazioni che hanno documentato la posizione verticistica ricoperta dal capo dell'associazione mafiosa e il ruolo di tramite svolto dal ricorrente tra quest'ultimo e gli altri sodali, nonché la sua partecipazione ad attività illecite come il recupero crediti, le estorsioni e il traffico di stupefacenti. Inoltre, il giudice ritiene che, nel regime presuntivo vigente in materia, il breve lasso temporale intercorso dai fatti sia sufficiente a giustificare il mancato superamento della presunzione di attualità e concretezza delle esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - rel. Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 30/11/2017 del TRIB. LIBERTA' di CATANIA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CAPOZZI ANGELO;
sentite le conclusioni del P.G. Dott. SPINACI SANTE che ha concluso per il rigetto del ricorso.
Uditi i difensori avvocati (OMISSIS) e (OMISSIS) che hanno insistito per l'accoglimento dei motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale di Catania, a seguito di istanza …

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