Cassazione penale Sez. I sentenza n. 52009 del 14 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:52009PEN

Massima

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La retrodatazione della decorrenza dei termini di custodia cautelare, prevista dall'art. 297 comma 3 c.p.p., opera solo quando sussiste una connessione qualificata tra i fatti oggetto delle diverse ordinanze cautelari emesse in procedimenti diversi, tale da consentire la loro trattazione unitaria, e quando gli elementi a fondamento delle ordinanze successive erano già desumibili dagli atti al momento dell'emissione della prima ordinanza. In mancanza di tali presupposti, la retrodatazione non è applicabile, anche se i procedimenti pendono davanti alla medesima autorità giudiziaria e la separazione può essere ricondotta a una scelta del pubblico ministero. Inoltre, la nozione di "desumibilità" degli elementi probatori dagli atti non coincide con la mera conoscenza o conoscibilità di determinati fatti, ma richiede che tali elementi abbiano una specifica rilevanza processuale, il cui onere probatorio grava sulla parte che invoca l'applicazione della retrodatazione. Infine, la presunzione assoluta di pericolosità sociale e di adeguatezza della misura cautelare detentiva, prevista per il reato di associazione di tipo mafioso, non può essere superata dalla mera considerazione della durata della carcerazione preventiva, in assenza di validi elementi specifici che escludano le esigenze cautelari.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefan - Presidente

Dott. ((omissis)) - Rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la ordinanza del 31/05/2016 del Tribunale di Catania;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott.ssa ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. In data 31 maggio 2016 il Tribunale di Catania, costituito ai sensi dell'articolo 310 c.p.p., ha respinto l'…

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