Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34601 del 7 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:34601PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, nel contesto di un intervento finalizzato all'esercizio della propria funzione, sia costretto a ricorrere all'uso della forza fisica per contenere la reazione violenta e minacciosa dell'indagato, non integra gli estremi dell'atto arbitrario, il quale presuppone invece una deliberata intenzione del pubblico ufficiale di eccedere dalle proprie attribuzioni con comportamento prepotente, settario e prevaricatorio. In tali casi, la reazione dell'indagato, ancorché diretta a contrastare l'intervento del pubblico ufficiale, integra i reati di minaccia, resistenza e lesioni aggravate, in quanto l'uso della forza da parte del pubblico ufficiale è giustificato dal contesto specifico e finalizzato al raggiungimento dei fini propri della pubblica funzione esercitata. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico dell'indagato e l'esigenza cautelare di scongiurare il pericolo di reiterazione criminosa, può legittimamente disporre nei suoi confronti misure cautelari, quali la custodia in carcere o gli arresti domiciliari, ritenute adeguate al caso concreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO Giovanni - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. GRAMENDOLA Francesco Pao - Consigliere

Dott. FAZIO Anna Maria - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) BE. GI. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 02/01/2009 del TRIB. LIBERTA' di BOLOGNA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MILO Nicola;

sentite le conclusioni del P.G. Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso;

non e' comparso il difensore.

FATTO E DIRITTO

Be. Gi. , in data (OMESSO), veniva arrestato nella flagr…

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