Cassazione penale Sez. V sentenza n. 22696 del 10 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:22696PEN

Massima

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Il giudice di legittimità dichiara inammissibile il ricorso per cassazione avverso la sentenza di secondo grado che non abbia preso in considerazione un motivo di appello inammissibile ab origine per manifesta infondatezza, in quanto l'eventuale accoglimento della doglianza non sortirebbe alcun esito favorevole in sede di giudizio di rinvio. L'inammissibilità del ricorso per cassazione per manifesta infondatezza dei motivi non consente il formarsi di un valido rapporto di impugnazione e, pertanto, preclude la possibilità di dichiarare le cause di non punibilità, ivi compresa la prescrizione intervenuta nelle more del procedimento di legittimità. Alla declaratoria di inammissibilità segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della cassa delle ammende, trattandosi di causa di inammissibilità determinata da profili di colpa emergenti dal ricorso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. SCOTTI ((omissis)) - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - rel. Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/12/2014 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/03/2017, la relazione svolta dal Consigliere FRANCESCA MORELLI;
Udito il Procuratore Generale in persona del LUIGI BIRRITTERI che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la sentenza impugnata, l…

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