La dichiarazione di pubblica utilità di un'opera pubblica costituisce atto autonomo e scindibile rispetto all'approvazione della variante urbanistica e all'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio, pur essendo tali atti tra loro strettamente connessi nell'ambito di un procedimento unitario disciplinato dall'art. 19 del d.P.R. n. 327/2001. Pertanto, l'impugnazione della sola dichiarazione di pubblica utilità è ammissibile, anche in assenza di contestazione degli atti relativi alla variante urbanistica e all'apposizione del vincolo, purché il relativo procedimento si sia concluso con l'approvazione della variante e l'apposizione del vincolo, divenuti ormai inoppugnabili. Tuttavia, qualora il vizio denunciato con riferimento alla dichiarazione di pubblica utilità attenga esclusivamente al mancato rispetto del contraddittorio procedimentale, l'annullamento di tale atto non può produrre alcun effetto utile per il ricorrente, in quanto l'opera pubblica risulta comunque realizzabile sulla base della variante urbanistica ormai consolidata e del vincolo preordinato all'esproprio, parimenti inoppugnabili. In tali casi, trova applicazione l'art. 21-octies, comma 2, della legge n. 241/1990, che consente all'amministrazione di dimostrare in giudizio che il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato, anche in assenza del vizio procedimentale denunciato.